11 gennaio 2011

Londra per neofiti: vendere cara la pelle. Cosa fare se in viaggio qualcosa va storto.


L’ho fatto di nuovo, il solito errore.
Mi fossi detta che volevo ritagliare un po’ di tempo per me per curare il blog avrei postato un’infilata di aneddoti surreali, una rassegna sui mercati imperdibili di Londra, due o tre ricette cinesi autentiche, un paio di lunchbox salvapranzo  e forse forse ci sarebbe entrata anche un’idea per aspettare l’alba del nuovo anno nell’ormai ammuffita sezione “ricevere”.
Invece mi sono detta “ non ce la faro’ mai a stare dietro a tutto, non sono all’altezza”. E cosi’ ho fatto, tipico caso di iettatura autoavverantesi.
Una cosa pero’ l’ho imparata, mai sottovalutarsi: si finisce col darsi ragione.

Iniziamo l’anno quindi con una selezionata rosa di buoni propositi (tanto se sono troppi si fanno ombra tra loro e poi chi se li ricorda?) e accanto a “temere meno il giudizio degli altri” e “organizzare il lavoro in modo piu’ efficente” mettiamo anche “ritagliare un po’ di tempo per me per curare il blog”. Cosi’ dovrebbe funzionare.

E siccome se dico blog penso non ricette, non foto, non post ma penso alle  mail, ai commenti , ai “dove sei finita?”, “ci manchi”, “come te la passi” che mai mi sarei aspettata di ricevere e che mi hanno scaldato il cuore come una medicina buona… eccovi l’inevitabile: un doveroso feuilletton su quello che mi ha tenuta lontano da questi schermi e un paio di consigli utili nel caso vi trovaste  nei guai a Londra; cosa fare e soprattutto cosa NON fare.

L’ANTEFATTO

Ricordate quel post di belle speranze dove vi raccontavo di aver messo radici nella nuova cucina londinese e che avrei finalmente ricominciato a postare?
Resettate tutto e facciamo un passo indietro.

Venerdì di fine settembre, ore dieci di sera, davanti al lavello. All’attivo la settimana del design appena terminata, un paio di chili di materiale informativo portato in giro per fiere, una busta di biglietti da visita da rivedere e archiviare. E anche un numero consistente di pannolini cambiati, biberon sterilizzati e trecentoquindici capi 9-12 mesi etichettati, stirati e impilati. (No, non è un numero tanto per dire. Sono esattamente tre confezioni di etichette iron-on per vestiti da bambino).
Il padrone e la padrona di casa sorseggiano con ostentata lentezza un tè troppo forte da minuscole ciotoline di porcellana. “Chiara quando hai finito di rimettere a posto la cucina ti dovremmo parlare”.

Alzi la mano chi in queste situazioni non si ritrova con lo stomaco come una nocciolina a passare in rassegna una lista poi vuota di potenziali misfatti. La mia mano resta abbassata. Comunque considerato che l’ultima volta sono stata richiamata al piano di sotto in piena notte per  un po’ d’orzo solubile finito sul pavimento non mi allarmo troppo, stiamo a sentire.

IL MISFATTO

Ci siamo resi conto di esserci sbagliati. Quello di cui abbiamo bisogno non è una ragazza alla pari, ci serve una donna delle pulizie a tempo pieno.”
Era sembrato anche a me  in effetti.
“La sera non riusciamo piu' a leggere il giornale da quando la nanny e la governante sono andate via”. Bene, vorrà dire che anch’io potrò riprendere vizi dimenticati come lavarmi e dormire e che finalmente avrò più tempo per il mio corso.

Lo penso anch'io, credo sia meglio per tutti. Datemi il tempo di trovare un’altra sistemazione e me ne vado.”
“Ci sarebbe un problema. Per non restare scoperti abbiamo trovato una donna delle pulizie e le abbiamo già dato conferma. E’ una persona che ci piace molto, non potevamo rischiare di perderla”.
“Capisco, cercherò di fare in fretta allora”. Avevamo detto un mese di preavviso, quanto dovrò proporgli adesso, una settimana? Forse meglio far parlare loro: “E quando arriverebbe di preciso… giusto per avere un’indicazione?”
“Domani a pranzo. Però ti abbiamo prenotato un albergo per questo weekend, così puoi iniziare a cercarti una sistemazione con calma”.

Per quelli che se lo stanno chiedendo la risposta è “no, non è legale”. E anche “no, non avevo ancora firmato un contratto”. Mea culpa.

Domani. A pranzo. Riassumo per i non assidui. Sono una ragazza sola in una città sterminata in un paese che non è il mio, in una lingua che non è la mia, dove non conosco ancora nessuno e da domani a pranzo non ho più un posto dove tornare la sera. Urge elaborare un piano B.

Vi risparmio il piano B, gli annessi, i connessi e gli ovvi aneddoti sulla nuova sistemazione (questi ultimi pero' solo per raccontarveli meglio nelle prossime puntate). Vi dico solo che in quella famosa settimana ho cambiato cinque letti in sei giorni, ho conosciuto una moltitudine di sguardi, i più meschini tra i meschini e i più generosi tra i generosi e insomma a riambientarmi ci ho messo un po’.

Qualcosa però l’ho imparato e visto che c'ero l’ho messo per iscritto. Se volete un consiglio non saltate a piè pari la lettura di quanto segue “perché tanto ora non mi serve”. E’ una di quelle frasi che al destino gli fanno gola. Piuttosto stampatevi una copia e portatevela dietro quando vi capita di venire a Londra. E’ come l’ombrello, bisogna portarlo quando si vuole che non piova.

CONSIGLI UTILI in caso di EMERGENZA A LONDRA:


Non partite senza una CARTA DI CREDITO ELETTRONICA (quella con i tre numerelli sul retro). In alcune circostanze sara’ l’unico mezzo di pagamento possible e vi servira’ comunque come garanzia per la prenotazione di alberghi, ristoranti e quant’altro. DIFFIDATE DI CHI NON VE LA CHIEDE piuttosto che di chi ve la chiede...

LAVORI DELLA TUBE. Almeno fino al 2012 buona parte della tube di Londra viene chiusa ogni fine settimana per lavori di espansione. Per essere sicuri di non restare a piedi sappiate che le LINEE CHE NON CHIUDONO MAI sono la NORTHERN (la nera) la CENTRAL (la rossa) e la BAKERLOO (la marrone)

Se proprio vi serve un CAB ricordatevi che un MINICAB vi costa la meta’.

Mai, mai, mai un MINICAB non prenotato. Le stazioni sono ovunque, c’e’ scritto sopra, manco a dirlo, “minicab” e sono aperte 24 ore su 24. Entrate e chiedete quanto vogliono per portarvi dove dovete andare. Altrimenti tireranno sul prezzo.

LOCALIZZATE UN INTERNET POINT, ovunque vi siate sistemati. Vi servira’ per stampare I nuovi biglietti nel caso vi abbiano cancellato il volo, per prenotare una sistemazione d’emergenza online (per esempio su BOOKINGS) per chiamare casa con Skype senza spendere un capitale, per attivare la/le sim che deciderete di comprare…

SUPERMERCATI in ordine di prezzo crescente. TESCO, ASDA, SAINSBURY’S, MARKS AND SPENCER, WAITROSE. Anche i piu’ economici non sono male e se andate dopo le 22 svendono il cibo in scadenza. Da tenere in considerazione per i panini per il giorno seguente.

SCIOPERO dei mezzi pubblici o TUBE CHIUSA. Nel primo caso cercate gli omini gialli (ok, con il giubbottino catarifrangente giallo) e vi daranno tutte le informazioni che possono, a volte anche una cartina. Puo’ capitare che dicano “tornatene a casa che e’ l’unica” ma sospetto che  fosse un caso raro e solo perche’ io avevo un volo da prendere. Nel secondo caso sappiate che c’e’ SEMPRE un servizio di AUTOBUS SOSTITUTIVO, anche di notte, dovete solo trovarlo, nei paraggi della stazione.

HOTEL LIBERI se ne trovano, sempre. Solo scordatevi di fare il giro a piedi. Armatevi di pazienza, di un cellulare inglese, entrate in un caffe’ e scorrete l’elenco alla voce GUEST HOUSE (costano un po’ meno di un hotel).  ZONE BEN COLLEGATE dove ne trovate in abbondanza sono EDGWARE ROAD e GOLDERS GREEN.

Preparatevi a trovare posto solo per una notte quindi a spostare i bagagli ogni mattina. Non e’ il massimo, d’accordo, ma era o no un’emergenza? VERIFICATE ANCHE CHE ABBIANO INTERNET (sono la maggioranza) vi facilitera’ la ricerca di un alloggio per la notte successiva. Un consiglio, cercatelo vicino.

GLI HOTEL PIU’ PULITI sono quelli gestiti dagli indiani. Anche il resto.

TELEFONARE IN INGHILTERRA Vi puo’ sevire per trovare posto in hotel, varie ed eventuali. Nei supermercati TESCO vendono SIM “TESCO MOBILE” per pochi pound e i contratti sono molto vantaggiosi. Vanno attivate online quindi vi servira’ un internet point.

TELEFONARE IN ITALIA Vi costa molto meno comprare una sim nuova che usare la vostra italiana. Cercate LEBARA, la compagnia per gli immigrati che vogliono chiamare casa. Ditegli che volete chiamare l’Italia e faranno tutto loro. O quasi.

Vi siete persi? CHIEDETE INFORMAZIONI a un passante o a un poliziotto. Solo fatelo in un inglese comprensibile. Gli inglesi non sono affatto scortesi come si crede e vi accompagneranno almeno al primo angolo nell’ottanta per cento dei casi. Tirano dritto se prima li fermate e poi iniziate a balbettare confusamente, magari parlando tra di voi in italiano: pensano a uno scherzo e se ne vanno. Preparatevi prima la domanda e dopo fermatene uno a caso. Vedrete che vi rispondera’.